Friday 29 April 2016

Primi giorni a Shanghai- 20 luglio 2015

Non ricordavo il jet lag fosse qualcosa di cosi terribile. Non dormo a modo da 3 notti (o 4? Tutto e' cosi scombussolato!), non mi sento le gambe, mi fanno male i piedi! Non so come faro' ad affrontare il corso di cinese domani, anche se, sorpendentemente, mi sento abbastanza vispa, forse sono anche agitata, incuriosita, il tutto contribuisce.

Sto pure morendo di fame! Una palla condividere una stanza, se non riesci a dormire non puoi fare niente! Io ci ho provato a meditare, a fare gli esercizi di respirazione, ma non e' servito granche'.
Per fortuna fa chiaro presto ed ho aperto la tenda per far entrare un po' di luce e scrivere queste due righe. La colazione apre alle 6 e mezza, ancora un'ora da aspettare!

Scrivere quindi e' ancora la mia terapia, sia essa per sfuggire alla follia o alleviare l'insonnia. Bello sapere che e' sempre li, pronta a consolarti.

Ma veniamo alla Cina! Impressione positiva per ora, anche se un po' mi rattrista non essere piu' quel former-self che si emozionava sempre cosi' tanto! Con le varie esperienze che si fanno nella vita, tutto si normalizza! O forse e' solamente che il mondo davvero e', ormai, tutto uguale. Ma credo che quando arrivero' nei villaggi vedro' le cose in maniera diversa e l'immensa bellezza della natura cinese si che fara' breccia nel mio cuore!

Comunque ora  la cosa piu' importante da fare e' imparare un po' questo cinese, cosi da sentirmi piu' sicura nei miei viaggi!


si ritorna

Come ho commendato in precedenza su queste pagine, molte cose nella mia vita sono cambiate ed io con loro. Sono meno arrabbiata, piu' distaccata da tutto e forse anche piu' felice.

Non scrivo qui spesso, pero'  Barefoot e'un posto caro.

Poi, oggi ho pensato che Barefoot sono io e non importa se non riesco piu' a scrivere di cuori lacerati e desideri suicidi, questo blog e' ancora mio e puo' anche rappresentare una nuova me, anche se le foto di chiodi e sangue proprio non le voglio togliere. Ok che ora si soffre meno, ma quella era fucking good art! 

Quindi da oggi, poco a poco, scrivero' dei miei pensieri durante i 5 mesi in Asia, condividendo con chiunque passi di qui il mio diario.

Hope it will be enjoyed! 

Sunday 6 March 2016

reflections....

Why do I find so hard to tell people I like them, or something they do? From the smallest compliment to declaration of love, every time I try to open my heart and then.... silence. I just cannot do it..why??

have we been conditioned to hate ?

Saturday 27 February 2016

a poem by rupi kaur

we all move forward when
we recognise how resilient
and striking the women
around us are



Thursday 3 September 2015

A la vuelta de China

Non e' certo per fare foto che si viaggia.
E' per sentire questa cosa nel cuore, questa sensazione che qualcosa, dentro di noi, e' cambiato.


(un paio di foto le condivido, pero'!)


Sunday 16 November 2014

Non scrivo su questo blog da mesi.

Le cose sono cambiate, dentro e fuori.

E' cambiata la mia vita: le feste l'alcool e tutto il resto sono stati poco a poco rimpiazzati dalle mie piante, dallo yoga, dal pane fatto in casa e gli olii essenziali.

Un essere sempre in mutamento.

Ho fatto un incidente che, per quanto piccolo possa essere stato, mi ha fatto pensare

Ed anche la mia creativita' sta assumendo nuove forme, scrivo meno, molto meno. Non so se e' perche' non ne ho il tempo, o se ho bisogno di prendere le distanze e magari creare un nuovo stile, qualcosa con meno "blood and coffins" per citare Roddy Lumsden.

Vedro', per ora cerco di non farmi prendere dal panico, la poesia e' il percorso di una vita, quindi ne accetto tanto le vette quanto gli abissi.

Nel frattempo, penso e respiro.

Namaste

Sunshine



Wednesday 23 April 2014

Joanna the Mad



You’d been purification after all that mucus-

dressed in white and pale blue I still don’t know
if you were the Madonna or Pinocchio’s Blue-haired Fairy.

The salt on the ground, the ice melting, you lying in wait
tearing you soul with bites
tying your hair with nettles.

You bathed in idolatry smiling, thinking

maybe I’ll get somewhere at the end of this tempest, maybe
they’ll blow their trumpets at my return, salutes after the battle, horn in the hand and sung out hymn.

You kept combing your hair with feathers and picked up the leftovers. I would talk and ask what will
            become of the observants?
Your answer He will certainly be unduly occupied. Call the maid, I need more milk for soaking.

Then you would lay down, in silence. What
a marvel your puzzled eyes buried in cotton.


I dreamt of you wandering downstream. I screamed your name but
you didn’t stop and I was afraid to lose you until
I saw a light.

It’s me, I’m back whispered a voice.