Tuesday 11 August 2009

ODIERNA DOMATRICE

Una lama
con forza ha squartato
sottile, debole
pellaccia.

Un piede
ha scalciato,
s’è fatto spazio
ed ha calpestato
fragili menzogne.
Le mie menzogne,
le mie verità incespicate,
le mie contradditorie sicurezze.

Una spina
s’è intrufolata
con silenzio felino
e leggerezza d’aspartame;
un virus letale
che m’accompagna alla deriva,
in questa discesa
agli inferi della creazione.

Un mago del suono
ha violato
la mia corazza di pienezza assolata,
ha sconvolto i canoni della mia ragione.
La luce ora filtra più libera,
dimentica d’un recente passato d’oscura quiete,
l’aria impregna le imbottiture
di funesta pece.

Ora, come fossi cristallo
devo avere cura di me,
vetro potente ed annientabile.
Annientatore.
Tsunami
delle circostanze,
kamikaze
cristiano,
pratico harakiri d’anime,
costantemente.
M’annullo e mi ricreo.
Indistruttibile
ed indimenticabile;
benedizione percettibile,
ma discreta.
Ti salvaguardo
come una specie in estinzione,
proteggo la belva feroce che sei
domando il fuoco
che accendi in me.

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